È arrivata anche la condanna del Parlamento europeo: l’omicidio di Jamal Khashoggi deve portare a severe sanzioni verso l’Arabia saudita. Con lo stop alla vendita di armi, già decisa dalla Germania. L’Italia, come sempre, arriva dopo, arrancando: il ministro degli Esteri, Moavero Milanesi, si è limitato a dire che il governo “sta valutando” la situazione. Insomma, si prende tempo anche di fronte all’ondata di indignazione generale. Per fortuna che l’Unione europea sembra intenzionata a fornire una risposta ferma, almeno in questo caso. Il ministro degli Esteri belga, Didier Reynders, ha rilanciato l’ipotesi di “un embargo a livello europeo”.
L’assassinio di Khashoggi, giornalista ucciso nel consolato arabo in Turchia, è stato ammesso dall’Arabia e nelle ultime ore è arrivata anche l’altra ammissione: il delitto era premeditato. Non è stato un incidente. Queste parole imbarazzano ulteriormente la dinastia saudita, che inizialmente aveva cercato di scaricare le responsabilità, che pure fin dall’inizio apparivano chiare. Come chiara era l’operazione-depistaggio avviata dai vertici militari di Riyad.
La crisi in Yemen
La questione delle armi all’Arabia saudita è stata al centro dell’impegno di molte Organizzazioni non governative e attivisti per il disarmo. Le bombe cedute al governo di Riyad sono state usate nella guerra in Yemen, dove il regime saudita sta affrontando i ribelli sciiti degli Houthi, sostenuti dall’Iran (il grande nemico dell’Arabia nell’area). L’Italia ha continuato a esportare le bombe con tutti i governi, e nemmeno il cambio di guardia a Palazzo Chigi, con l’arrivo di Giuseppe Conte, ha modificato lo scenario.
La situazione in Yemen peggiora di settimana in settimana. Le Nazioni Unite hanno denunciato che la carestia nel Paese potrebbe diventare la peggiore della storia: 14 milioni di persone, la metà della popolazione yemenita, rischia presto di dipendere interamente dagli aiuti umanitari. E nonostante le operazioni di sostegno siano state ampliate, c’è il pericolo di non raggiungere tutti quelli che ne hanno bisogno. Una catastrofe totale che rende palese la situazione: dopo le migliaia di civili uccisi e i milioni di sfollati, il dramma nello Yemen non è finito. E solo un’altra atrocità, come l’assassinio di Khashoggi, può convincere l’Europa a fermare il flusso di armi verso l’Arabia. A quel punto l’Italia non potrà fare a meno di prendere atto.