Il no alla riforma della legittima difesa con dati e storie alla mano: l’esempio di DisarmArte

Il no alla riforma della legittima difesa con dati e storie alla mano: l’esempio di DisarmArte

Un no alla riforma della legittima difesa. Sulla base dei numeri, ma soprattutto sulla base delle storie personali. La giornata di sensibilizzazione ‘DisarmArte’, organizzata sabato scorso a Viareggio dall’associazione Ogni volta – amici di Luca e Jan, ha ottenuto un risultato chiaro: centinaia di persone hanno potuto approfondire il tema, peraltro a poche ore dall’entrata in vigore del decreto “raddoppia-armi”, grazie ad analisi e approfondimenti.

L’impegno di Gabriella Neri (che in questo intervento su Addio alle armi ha raccontato la sua storia) e dell’intero staff dell’associazione ha centrato quindi l’obiettivo, confermandosi un momento prezioso per la conoscenza sulle norme relative alle armi e alla loro crescente diffusione. Da Viareggio è stata avanzata, di nuovo, una richiesta ben precisa: la creazione di un database per incrociare le informazioni necessarie a conoscere sullo stato di salute mentale di chi richiede una licenza, anche sportiva, per ottenere armi. Un database che oggi non esiste: così troppo volte una pistola finisce nelle mani sbagliate; di persone che possono avere un’arma a disposizione.

Il pubblico presente al Museo della Marineria a Viareggio

La lunga giornata contro le armi

L’evento, iniziato con delle letture teatrali sul disarmo e sul pacifismo, ha dato ampio spazio al dibattito all’interno del Museo della Marineria. In una sala gremita, con molti presenti in piedi in fondo alla sala, Umberto Guidi, ex giornalista de La Nazione, ha moderato il confronto aperto dal senatore del Movimento 5 Stelle, Gianluca Ferrara, che ha garantito l’impegno affinché qualsiasi intervento legislativo della maggioranza non finisca per ampliare la possibilità di far ricorso a pistole e fucili. Insomma, niente Far west. Una presa di posizione che però non ha convinto gli altri relatori: Luca Di Bartolomei, esperto di armi e numeri, ha sottolineato come le armi siano un problema anche per il suicidio e che la riforma della legittima difesa sembra andare in una direzione opposto alla restrizione sulle armi. Partendo dalla sua storia personale Luca Di Bartolomei (figlio dell’ex calciatore Agostino Di Bartolomei, morto suicida con un colpo di pistola) ha spiegato che nel 90% dei casi le persone che cercano di togliersi, e riescono a salvarsi, non ritentano più l’estremo gesto. La sopravvivenza al tentato suicidio, dunque, è fondamentale: ma con una pistola, la possibilità di salvarsi è pressoché nulla.

Uno dei momenti della giornata nel Museo della Marineria

 

Giorgio Beretta, ricercatore dell’Opal di Brescia, ha mostrato una serie di statistiche impressionati, giungendo a una conclusione incontrovertibile: il numero di delitti per furti e rapina è inferiore agli omicidi commessi in famiglia o tra soggetti con legami personali. La vera emergenza è perciò tra le mura domestiche. Addio alle armi, rappresentata da Stefano Iannaccone, ha quindi rivolto un appello al senatore Ferrara affinché venga bloccato il disegno di riforma della legittima difesa. Perché i dati e le storie lo confermano: serve una Giustizia efficiente, che funzioni con tempistiche più brevi, e nessuna “legge speciale” per aumentare le armi. Una norma buona solo per le lobby.

Chiudi il menu