Una foto che dice molto più di mille parole. Un post pubblicato, come una schiaffo, proprio nel giorno di Pasqua, festa che celebra la pace: Matteo Salvini, arma in mano (peraltro non è difficile procurarsi immagini del genere), viene celebrato come un Capitano “armato” e munito di “elmetto” contro le critiche. C’è in quello scatto la celebrazione totale delle armi, spazzando via le difese propagandistiche della Lega che di recente ha sostenuto di non voler più armi in Italia. Insomma com’era la storia che Salvini e i suoi fan non incitano al possesso di fucili e pistole?
Del resto proprio Salvini, appena qualche giorno fa, ha detto di non voler “nemmeno mezza pistola in più”. Ma sono parole, perché i fatti dicono altro: prima la legge raddoppia-armi e poi la riforma della legittima difesa. Senza tacere della proposta di eliminare la necessità di possedere una licenza per alcune pistole. Insomma, quello di ieri è solo l’ultimo atto. E anche decisamente inquietante perché la foto di un ministro dell’Interno armato non è stata pubblicata non da uno dei tanti troll che popola il web ma dall’uomo-comunicazione dello stesso ministro. Un post che potrebbe risuonare quasi come una minaccia. Una minaccia armata.
Le vittime delle armi da fuoco nelle ultime settimane
Per rendersi conto di cosa sia accaduto nelle ultime settimane basta recuperare qualche notizia di cronaca e far comprendere cosa stanno causando le armi in Italia. In provincia di Alessandra, il 17 aprile Luciano Assandri uccide il figlio Diego, con problemi di droga, al termine dell’ennesimo litigio. Scrive La Stampa: “L’uomo ha esploso verso il figlio più colpi di pistola che era regolarmente detenuta: Luciano Assandri aveva infatti un regolare porto d’armi per uso sportivo”.
E ancora, qualche giorno prima, il 15 aprile, a Rondinara di Scandiano in provincia di Reggio-Emilia, c’è stato un regolamento di conti in piena regola. Riporta Tgcom: “Giampietro Guidotti, agricoltore e proprietario terriero di 58 anni, è entrato nel bar del paese e ha sparato un colpo alla testa a Giorgio Campani, pensionato sui 60 anni, con una pistola regolarmente detenuta. Dietro il delitto ci sono liti di vicinato e problemi legati ai confini delle rispettive proprietà, adiacenti, che andavano avanti da tempo pure con risvolti legali”.
Per completare il trittico di tragedie, il 5 aprile, ad Alghero, un ragazzo di 19 anni viene ucciso “per sbaglio” da un amico che aveva una pistola in mano. Detenuta legalmente dal padre. C’è davvero bisogno di incentivare al possesso di pistole e fucili?