Giorni di Fuoco 28 luglio-12 agosto – La Rassegna di Addio Alle Armi
Giorni di Fuoco: ogni quindici giorni su Addio Alle Armi la rassegna delle notizie italiane e internazionali più interessanti su “legittima difesa”, armi, disarmo e politiche di pace.
A partire dal 2 giugno, giorno in cui hanno sparato e ucciso il bracciante Soumaila Sacko, ci sono stati sette casi in cui un’arma da fuoco ha ferito un migrante. Il 26 luglio a Cassola, nel Vicentino, un uomo ha sparato con una carabina ad aria compressa contro un operaio capoverdiano; il 27 luglio a San Cipriano d’Aversa (Caserta) un cittadino del Gambia è stato colpito al volto da un pallino probabilmente sparato da un’arma ad aria compressa. In tutti i casi, si è parlato di colpi partiti per sbaglio. Ne hanno parlato Il Fatto Quotidiano e Il Manifesto.
Martedì 1 agosto un uomo pregiudicato di 33 anni è stato fermato a Sant’Elia (CA) con un arsenale composto da “un fucile mitragliatore ad aria compressa, quattro pugnali, due sciabole di tipo Katana e una spada, ma anche una giacca militare tipo Gorotex con stellette e il marchio, e ancora un jacket operativo da combattimento compreso di elmetto da guerra”. Lo ha riportato Sardegna Live.
La Repubblica, nell’edizione cartacea del 30 Luglio, ha intervistato la Ministra della Funzione Pubblica, Giulia Bongiorno.
La Ministra si è espressa sulla modifica della legge sulla legittima difesa affermando che “chi viene aggredito deve avere un diritto di reazione ampio e incontestabile”. Allo stesso tempo, però, ha affermato che la Lega non vuole maggiori armi o una maggiore libertà nell’uso di esse, per cui “parlare di Far West è fuorviante”.
I rischi della proposta di legge sulla Legittima Difesa presentata dalla Lega, di cui Nicola Molteni è primo firmatario, sono stati analizzati in un articolo di Fanpage:
- L’eliminazione del principio di proporzionalità tra difesa ed offesa porterebbe alla legittimazione dei reati più gravi, fino all’omicidio, e potrebbe causare distorsioni nella valutazione dei casi;
- Si rischierebbe un aumento del numero di armi, con il quale l’uso della forza passerebbe dal novero dei compiti dello Stato alle mani del cittadino, con una potenziale e conseguente spirale di violenze.
- Non serve una modifica, perché la legge in vigore è già molto “permissiva” e “favorevole” alle vittime;
La Prima Commissione della Camera ha approvato il primo agosto il parere sul decreto legge che attua la direttiva europea sul commercio delle armi.
La novità principale, rispetto a quanto aveva previsto il governo Gentiloni (la direttiva è del 2017) è l’eliminazione della cosiddetta “norma anti-femminicidi”, per cui non non si prevede più l’obbligo per chi acquista un’arma di informare i familiari maggiorenni, nemmeno sotto forma di autocertificazione. Ne ha parlato il Manifesto.
Negli USA, intanto, si continua a parlare di armi prodotte con le stampanti 3D. Il Fatto Quotidiano ha riportato due notizie:
1) Terry Wohlers, presidente di una delle aziende che realizzano e commercializzano stampanti 3D, ritiene che le armi stampante possano rappresentare un pericolo poiché rischiano di ferire in primis anche chi le usa oltre che gli altri.
2) Grazie all’intervento del giudice distrettuale di Seattle Robert Laskin è stata vietata la diffusione online dei progetti per stamparle. Mentre la procuratrice generale di New York Barbara Underwood esulta per questa scelta definendola una ”vittoria per senso comune e pubblica sicurezza”, Cody Wilson, fondatore di Defense Distributed e del sito Defcad, ha minacciato di intentare una battaglia legale contro il tribunale di Seattle. Motivazione? A suo dire l’accesso alle armi è un diritto umano fondamentale. Nonostante l’oscuramento del sito, migliaia file con istruzioni per stampare armi 3D sono stati scaricati nei giorni precedenti all’ordine del giudice.
Francesca Corso, presidente della commissione Pari opportunità del Comune di Genova, in accordo con la capogruppo della Lega Lorella Fontana presenteranno, alla riapertura dei lavori consiliari, un documento che impegni il Comune di Genova a stanziare un capitolo di bilancio per la distribuzione di spray urticanti al peperoncino alle cittadine genovesi, con la collaborazione dei Municipi. Lo riporta ANSA. Decisione analoga anche a Cascina da parte della sindaca leghista Susanna Ceccardi.
Il 6 agosto è ricorso il 73esimo anniversario del lancio del primo ordigno nucleare su Hiroshima. Lo abbiamo ricordato sulla pagina facebook di Addio Alle Armi con le parole della hibakusha Setsuko Thurlow, sopravvissuta alla bomba atomica e vincitrice del Premio Nobel per la Pace 2017 con la International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN).
Negli USA il movimento #MarchForOurLives si sta impegnando in un bus tour per un’opera di sensibilizzazione per chiedere la fine della diffusione incontrollata delle armi e nuove leggi più restrittive sul possesso. Ne abbiamo parlato anche su Addio Alle Armi.
Il 9 agosto un attacco aereo della coalizione saudita ha ucciso in Yemen 39 bambini. Altri 40 sono rimasti feriti. In Yemen continuano ancora oggi a essere utilizzate dalla coalizione guidata dall’Arabia Saudita armi prodotte nello stabilimento italiano di Domusnovas dall’azienda Rheinmetall (ne avevamo scritto qui su Addio Alle Armi con un’intervista a Francesco Vignarca di Rete Disarmo.)
Il 12 agosto un uomo di 43 anni, Francesco Timpano, è stato ucciso a colpi di pistola all’interno di un camping in provincia di Vibo Valentia. All’omicidio avrebbero assistito molti bagnanti, presenti a quell’ora nel lido dove è avvenuto l’agguato. Non è ancora chiaro chi sia il killer e se l’arma con cui ha ucciso l’uomo fosse detenuta in maniera legale.
Ha fatto discutere l’ultima uscita di Salvini sulla reintroduzione della leva obbligatoria. Sul tema è intervenuta la ministra della difesa Trenta, che ha bocciato l’idea del Ministro dell’Interno, sostenendo che non è più “al passo con i tempi”. Sulla presunta valenza “educativa” della leva obbligatoria, su cui batte Salvini, si è espressa anche la segretaria di Possibile Beatrice Brignone, sostenendo che per l’educazione dei ragazzi e delle ragazze sarebbe molto più efficace investire nella scuola pubblica statale le risorse che servirebbero per reintrodurre la leva.