Tranquilli, nessun modello Stati Uniti. L’esempio è la pacifica e neutrale Svizzera. Matteo Salvini, parlando della riforma della legittima difesa, ha cercato di smorzare le polemiche, usando la metafora elvetica. Quindi di cosa preoccuparsi se vogliamo puntare a un’Italia più svizzera? Peccato, però, che proprio la Confederazione elvetica non sia solo il paradiso del buon cioccolato, la Terra Promessa delle banche e la Mecca degli orologi precisi, come ci dicono i luoghi comuni più consolidati: il Paese risulta in vetta per il possesso di armi (in rapporto alla popolazione) in Europa, in riferimento ovviamente ai Paesi più sviluppati.
Numeri svizzeri
Le ricerche sono varie e convergono su un’unica direzione: gli svizzeri hanno molte armi in casa. E c’è un motivo chiaro, legislativo e culturale: al termine del servizio militare, il cittadino può decidere di acquistare il fucile d’assalto, una delle armi più comuni. Da tenere in casa, tranquillamente. Secondo uno studio pubblicato dall’Università di Liegi (che ha la particolarità di aver escluso gli Stati Uniti), e che ha ‘superato’, per precisione, una precedente ricerca (presa come riferimento per lungo tempo) la situazione è seria. Lo studio è stato commissionato dal World Forum on Shooting Activities (WFSA), che promuove e favorisce le attività di tiro sportivo: non proprio un simposio di pacifisti.
Il quadro tracciato dice che la Svizzera ha un tasso di persone armate pari al 20,31%, secondo solo alla Grecia (stando ai dati precedenti era sul podio globale, alle spalle solo di Usa e Yemen). Impressionante anche il dato sugli omicidi: il 47,83%, quasi appaiato all’Argentina, Paese che non è un esempio di sicurezza. E con il tasso di 0,23 delitti con arma da fuoco rispetto a una popolazione di 100mila abitanti: lo stesso di Armenia e Cipro, nonché il doppio rispetto alla Spagna.
Disinformata malafede?
«Proprio questa ricerca dimostra che tra i Paesi più industrializzati (esclusi gli Usa di cui non riporta i dati) la Svizzera è il paese dove vi è la maggior percentuale di omicidi per armi da fuoco», ha commentato Giorgio Beretta, analista di Osservatorio permanente sulle armi leggere (Opal) di Brescia, interpellato da Addioallearmi.it. «Un dato estremamente preoccupante – ha aggiunto Beretta – anche perchè per la gran parte si tratta di omicidi con armi regolarmente detenute, mentre gli omicidi commessi dalla criminalità sono una realtà marginale. Quindi o Salvini è disinformato, alquanto grave per un Ministro dell’Interno, o è in malafede. Ancora più grave dato il suo ruolo».
La proposta salviniana del modello svizzero è peraltro un antico cavallo di battaglia della Lega. E, per restare in tema di metafore equine, potrebbe essere il Cavallo di Troia della liberalizzazione della vendita, avvicinando – al di là delle rituali smentite – l’Italia agli Stati Uniti. Qualche passo ben oltre la Svizzera. Del resto non è un mistero che il ministro dell’Interno abbia sempre proposto la reintroduzione della leva militare per “insegnare ai ragazzi a sparare” e fare in modo che, al termine della naja, possano portare a casa il fucile. Come accade in Svizzera. Per una società armata fino ai denti, possibilmente con un’arma in ogni casa. Per sentirsi ‘tranquilli’ in un modo originale: dando un fucile pure ai 20enni.