Cancellazione del programma degli F-35? No, macché: al massimo una rimodulazione. Riduzione delle spese militari? Neanche per sogno: bisogna raggiungere il 2% sulla Difesa del Pil come chiesto dalla Nato. Del resto appena insediato il nuovo Parlamento non sono stati nemmeno sfiorati i 760 milioni di euro destinati ai droni (con necessità di precisazione dei diretti interessati). Fine delle missioni all’estero? Non scherziamo: anzi chiediamo il riconoscimento dell’italico valore. L’intervista alla ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, rilasciata Defense News, una rivista di settore, ha cancellato anni di battaglie del Movimento 5 Stelle. E più che battaglie, a distanza di qualche mese, sono sembrate più bandiere da sventolare. Perché nei fatti non è previsto un seguito.
Saette a Cinque Stelle…
All’inizio della scorsa legislatura, Alessandro Di Battista nel ruolo di deputato di opposizione, tuonava contro il programma degli F-35, definendola uno “strumento di morte” e una “supercazzola” del Partito democratico, facendo ribollire l’Aula di Montecitorio. Un pandemonio, davvero (qui sotto il video).
Ma, anche di un anno fa, Di Battista aveva attaccato a testa bassa, usando i canali ufficiali del Movimento.
La Corte dei Conti ha certificato quel che il MoVimento 5 Stelle dice da 4 anni. Ovvero che il programma F35 (i cacciabombardieri) è un programma fallimentare. Io ne parlai in aula alla Camera nel 2013. In pratica i posti di lavoro creati da questo programma sono pochissimi e i costi (per noi cittadini) sono raddoppiati. Chi ci ha fatto entrare in questo programma dovrebbe essere preso a calci in culo (ora perbenisti di sistema scandalizzatevi per il “culo“). È sempre la stessa storia. Ci fanno entrare in progetti fallimentari (TAV, TAP, guerra in Afghanistan, programma F35), poi ci dicono che si sono sbagliati ma è tardi per uscire perché i costi sarebbero esagerati. Sono vili traditori della Patria, sono i cosiddetti esperti che danno degli inesperti ai portavoce 5 Stelle.
Parole durissime che ricalcavano la posizione espressa da Tatiana Basilio, deputata (non rieletta) nella scorsa legislatura per il M5S: “Riteniamo il programma degli F35 inutile e costoso e per questo deve essere chiuso al più presto”. Sempre Di Battista aveva assunto una posizione muscolare su una delle missioni alle estero più lunghe: “Il Movimento 5 Stelle vuole difendere i propri confini, e per quello chiediamo il ritiro delle truppe dall’Afghanistan. E lo faremo come forza di governo. Prendeteci sul serio”. Non c’è bisogno di insistere troppo sulla riduzione delle spese militari: è uno dei vecchi cavalli di battaglia del Movimento.
…e piroette a Cinque Stelle
Ma il tempo delle saette è stato rimpiazzato dalle piroette. Sugli F-35 la ministra Trenta ha espresso ben altre posizioni rispetto al passato: nessuna ipotesi di cancellazione. “Quello che mi piacerebbe fare è alleggerire il carico poiché abbiamo altri impegni di spesa in Europa. Cercheremo di allungare le consegne anziché tagliare l’ordine, questo ridurrebbe le compensazioni e comporterebbe sanzioni”, ha detto nell’intervista. Così come sulle missioni militari, con riferimento all’Afghanistan, nessuna rivoluzione si intravede all’orizzonte: “Vogliamo iniziare un cambio di passo, come stabilito dal precedente governo, mantenendo allo stesso tempo operativa la missione”, ha scandito la numero uno della Difesa. E infine, sul fronte della spesa per la Difesa, Trenta ha capovolto la prospettiva, lanciando un messaggio lanciato all’Alleanza Atlantica con la promessa di raggiungere il 2% per la Difesa. In ossequio alla richiesta della Nato, ma in barba al primo grillismo.