Il confine tra la tragedia e la tragedia sfiorata è labile, talvolta si tratta di pochi metri. O addirittura di 40 centimetri come nel caso di quanto accaduto a Trieste venerdì mattina. Cosa è successo di preciso? Una cosa semplice nella sua pericolosità: un proiettile partito per caso, senza alcuna intenzione di uccidere, stava per colpire un automobilista ignaro di quello che stava accadendo: la pallottola ha frantumato il vetro del veicolo. Fortunatamente è passato a meno di mezzo metro dalla sua testa. Altrimenti staremmo parlando di ben altro, forse di una “fatalità” che nulla avrebbe avuto a che vedere col fato. L’uomo che ha esploso il colpo non era nemmeno consapevole di quello che aveva provocato: stava pulendo l’arma e non aveva immaginato che la traiettoria potesse diventare pericolosa. Almeno fino a quando lo ha detto il telegiornale locale.
Scrive il Piccolo nell’articolo che racconta l’episodio:
Lo sparo probabilmente è esploso da un condominio di via Antoni, una viuzza alla base di Strada per Longera. Sono vari i residenti che hanno avvertito l’insolito boato in quel punto, tra le dieci e le undici di venerdì mattina, e che di sera hanno notato numerose pattuglie dei carabinieri in zona.
Durante l’interrogatorio il pensionato ha affermato di non essersi accorto di avere inserito il colpo in canna. Ha sperato che il proiettile si perdesse tra gli alberi, ma quando ha saputo dell’appello dei carabinieri sui media non ha esitato a contattare la Centrale operativa di via dell’Istria. Le sue dichiarazioni devono essere ora sottoposte agli accertamenti degli investigatori dell’Arma e dei tecnici balistici del Ris di Parma.
Al di là degli aspetti tecnici dell’indagine, il giornale triestino riporta un fatto inoppugnabile:
Il proiettile, anche se in quel chilometro e mezzo di tragitto aveva perso forza, poteva centrare l’automobilista e bucargli la scatola cranica.
Del resto le morti ‘accidentali’, le vittime collaterali delle armi non sono una novità. Anzi. Negli Stati Uniti, che in alcuni casi viene prese come esempio, c’è praticamente uno stillicidio quotidiano di morti e feriti.