La destra non sta più parlando di legittima difesa, ma di altro. E per sparare basterà la ‘paura’

La destra non sta più parlando di legittima difesa, ma di altro. E per sparare basterà la ‘paura’

Fra le paure più reclamizzate dell’estate 2018 spicca quella dei “ladri in casa”, un tormentone già noto nella propaganda della destra italiana, ma che con l’avvento al governo della Lega sta assumendo toni mai visti prima. A fronte di un progressivo e costante calo dei reati, sono in campo ben cinque proposte di legge per modificare la cosiddetta legittima difesa, unica preoccupazione della destra insieme alla presunta “invasione” di “clandestini”, e non è un caso che gli argomenti vengano spesso accavallati senza alcuna ragione.

Legittima difesa: proposte in campo

La prima è una proposta di legge di iniziativa popolare, sostenuta dall’Italia dei Valori, che mira sostanzialmente ad escludere il reato di eccesso colposo di legittima difesa, cioè quel reato che si commette quando per colpa si superano i limiti della norma arrecando danno ad altre persone.
Poi c’è quella di Fratelli D’Italia che, mira a ritenere presunta la legittima difesa (questo inciderebbe sulla prova, deve essere il pubblico ministero a provare che non ci sono gli estremi della norma mentre ogni comportamento si presume, appunto, legittimo) ed alla non punibilità di chi reagisce a presunte violazioni della proprietà privata anche nelle adiacenze della stessa (la persona che scavalca il cancello).

Due invece sono le proposte di Forza Italia, che da un lato vorrebbe il riconoscimento della non punibilità sul pericolo percepito e non effettivo, ed anche in caso di concitazione e paura, e dall’altro l’esclusione dell’eccesso colposo, prima citato, in caso di condizionamento psicologico da parte dell’intruso (cioè tutte circostanze assolutamente soggettive). Infine, la proposta della Lega che mira ad escludere direttamente la proporzionalità, cioè la necessità che la difesa debba essere proporzionale all’offesa, la famosa “legittima difesa sempre” dell’ultima campagna elettorale, cioè una sostanziale licenza di uccidere senza valutare le circostanze di fatto.Ora, non è immaginabile che queste modifiche non siano direttamente ricollegate all’uso delle armi, e in particolare delle armi da fuoco, anche senza scomodare i patti pubblicamente sottoscritti dal ministro dell’Interno (cioè quello che dovrebbe garantire la sicurezza ai cittadini tramite le Forze dell’Ordine a lui sottordinate) con i produttori di armi italiani.

A mano armata

Non prendiamoci in giro, nessuno pensa che le persone si “difendano” a mani nude. La sensazione è che, con la nascita del governo gialloverde, si sia aperta una crepa in un argine e che la destra stia tracimando, o ne abbia tutte le intenzioni. Timide appaiono finora le obiezioni del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nonché del ministro effettivamente competente, cioè il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, entrambi avvocati, che annunciano discussioni e paletti ma confermano la necessità della revisione, aprendo la crepa (come già, va detto, aveva fatto il PD). Necessità che non esiste perché l’art. 52 è fra i più equilibrati in assoluto del Codice Penale e tutela già ampiamente tutte le cittadine e i cittadini. Ma leggendo l’intervista rilasciata a La Stampa il 20 luglio da Felice Romano, segretario nazionale del Sindacato Unitario di Polizia (SIULP), quella stessa Polizia gerarchicamente sottordinata al ministro Salvini, si comincia a capire come non si stia neppure parlando più di legittima difesa, ma di altro e di peggio.

Spara il cittadino, non il poliziotto

Perché se, come rileva giustamente Romano, il cittadino ha la possibilità di sparare in una situazione in cui lo stesso poliziotto non può farlo (si pensi a chi spara alla persona che sta scavalcando un cancello, indipendentemente dal fatto che sia armata e che rappresenti un pericolo reale o alla persona che trova la porta aperta e spaventa il proprietario magari solo per chiedere un’indicazione e viene colpita) allora abbiamo un problema molto più serio.
Abbiamo di fronte un sovvertimento totale delle regole minime di convivenza, in cui il cittadino diventa Autorità, non solo a casa sua e in situazione di effettivo pericolo, ma anche nelle vicinanze e senza alcun pericolo reale, e la fa franca anche solo sostenendo che aveva paura, mentre l’Autorità diventa inutile per l’ordine pubblico, ma serve solo ad accertare quel che è successo e a decretare l’innocenza di chi, è bene dirlo, spara. Serve a contare i morti e a farli portare via, insomma.

Non ci rimetteranno i ladri

Ecco, tutto questo non solo è contrario alla Costituzione, ma conduce ad un imbarbarimento globale della nostra società, e ce lo dice proprio la Polizia di Stato, l’Autorità depotenziata, divenuta inutile, quella che avrebbe bisogno di uomini, mezzi e risorse per fare bene il proprio lavoro, per il quale è specializzata, nell’interesse di tutti noi. L’unica che dovrebbe sparare.  Sta succedendo qualcosa di enorme nella nostra cultura da sempre legalitaria, e attenzione perché non ci rimetteranno i “ladri” ma tutti coloro, uomini donne e bambini, che, con più armi e più persone armate in circolazione, si troveranno nella linea di fuoco, anche solamente grazie al retropensiero che comunque sparare sarà diventato un diritto acquisito. Per questo dobbiamo opporci con tutte le nostre forze e avremo una responsabilità altettanto enorme se lo lasceremo succedere.

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