Le vittime per armi da fuoco aumentano e alla Camera si dà il via libera alla legittima difesa di Salvini

Le vittime per armi da fuoco aumentano e alla Camera si dà il via libera alla legittima difesa di Salvini

La riforma della legittima difesa sta per essere approvata anche dalla Camera (dopodiché mancherà solo l’ultimo passaggio al Senato), nella distrazione generale del caso-Diciotti e dell’autorizzazione a procedere chiesta per il ministro dell’Interno. Il Movimento 5 Stelle, nonostante qualche schermaglia da retroscena, e qualche singolo caso di protesta, non ha opposto alcuna resistenza. Come sempre, del resto. Il provvedimento ha un obiettivo culturale ben preciso: lo sdoganamento all’uso delle armi, la licenza di sparare anche alla cieca, con la motivazione del “grave turbamento”, in presenza di rumori, sotto il dubbio che ci possano essere ladri nei paraggi. Aprire il fuoco è legittimo, anche al costo di uccidere solo per paura.

Quella che Matteo Salvini chiama “legittima difesa sempre” è solo l’incentivo di governo a illudersi di essere più sicuri con un’arma pronta all’uso, facendo in modo che si vendano più pistole e i lobbisti delle armi possano gongolare per l’affare. Eppure, in questo “trionfo” di voglia di difendersi con fucile in braccio, i dati indicano qualcosa di preoccupante: il numero di vittime delle armi legalmente detenute. Nel nostro database del 2019 si contano già 14 morti tra omicidi, suicidi e incidenti di caccia. Un numero considerevole, che richiederebbe una risposta politica, sociale, oltre che culturale. Invece si continua a conteggiarli come singoli sventurati fatti di cronaca. Come se un morto ogni quattro giorni circa sia un evento da mettere in conto.

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Legittima difesa e il caso Peveri

Nelle ultime ore, invece, la propaganda leghista sta manipolando a proprio piacimento la storia di Angelo Peveri, l’imprenditore del piacentino condannato per aver aperto il fuoco contro dei ladri che, nell’ottobre 2011, stavano trafugando del gasolio nella sua azienda: uno di loro fu gravemente ferito. Per questo è stato aperto il processo per tentato omicidio e si è arrivati alla sentenza definitiva, di cui si attendono le motivazioni. La sua vicenda è stata strumentalizzata nell’ottica della riforma della legittima difesa, ma anche in questo caso la deformazione è palese: il problema è il possesso di un’arma, la possibilità di uccidere o comunque di ferire un’altra persona. E soprattutto è necessario dirlo: la nuova legge firmata da Salvini non avrebbe probabilmente evitato il procedimento e l’eventuale condanna.

Se quella sera Peveri non avesse imbracciato il fucile verso chi derubava gasolio, non ci sarebbe stato tutto questo. Se lo Stato avesse fatto il proprio lavoro (di fronte ai furti da lui denunciati), questa storia non sarebbe esistita. E questo discorso porta a una direzione opposta rispetto alla riforma della legittima difesa: conduce nella necessità di limitare la presenza di armi in casa. Per evitare casi del genere – che nella loro drammaticità restano fortunatamente pochi – e soprattutto scongiurare che continuino ad aumentare le vittime per armi legalmente detenute.

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