La voce buona della protesta, l’unica arma buona

La voce buona della protesta, l’unica arma buona

Una riforma sul possesso delle armi negli Stati Uniti. Chiesta da un grande movimento, una massa critica formata da migliaia di studenti pronti a far sentire la loro voce, l’unica arma buona per questa mobilitazione. Oggi in piazza, con #MarchForOurLives, domani nelle urne delle elezioni di mid-term. Perché quei ragazzi non possono più immaginare di vedere stravolte le loro vite da pazzi armati che fanno irruzione nelle scuole, o comunque in luoghi pubblici, e aprono il fuoco alla cieca, compiendo terribili stragi. Proprio come è avvenuto lo scorso 14 febbraio a Parkland, in Florida. Una ferita impossibile da rimarginare: il bilancio di 17 vittime è il più grave dall’inizio dell’anno. Gli studenti sopravvissuti hanno così deciso di impegnarsi direttamente e avviare una campagna di informazione, parlando con i loro coetanei ma anche confrontandosi con i genitori. La sicurezza che viene chiesta è quella dalle armi, non con le armi. 

Il macabro conteggio dei morti negli Usa è un esercizio quotidiano, un aggiornamento senza fine. Un dato, tra i tanti, lascia il segno: solo a marzo ci sono state 24 persone uccise da “incidenti”, gli spari non intenzionali. In media una vittima “casuale” al giorno. Un sondaggio di Everytown for Gun Safety ha fatto affiorare un elemento tutto politico: per la maggioranza dei giovani (in età compresa tra i 15 e i 30 anni) la riforma sul possesso di armi è una priorità assoluta. E il 72% degli intervistati si è detto favorevole al fatto che i politici non meritano di essere eletti se non avviano iniziative contro le morti causate dalle armi. “Si sta ribellando, rifiutando questa realtà, la generazione cresciuta con esercitazioni ‘sparatutto’, con gli adulti che hanno raccontato della necessità di prepararsi a sparare”, ha spiegato Isabelle James, direttrice di Giffords, l’organizzazione che si batte contro la diffusione di armi. Un avviso che ha un preciso destinatario: la Casa Bianca, dove siede Donald Trump che, in uno dei suoi impeti di irrazionalità, ha proposto di trasformare gli insegnanti in vigilantes, mettendo nelle loro tasche una pistola.

Il potente messaggio di #MarchForOurLives ha valicato i confini americani ed è arrivato anche in Italia. A Milano i “Giovani per la pace” hanno annunciato un flashmob: stendendosi a terra vogliono simboleggiare quel che accade alle persone uccise nelle sparatorie. O in un omicidio avvenuto tra le mura domestiche. Ed è un segnale fondamentale, perché la tentazione del grilletto facile cresce anche in Italia: l’infatuazione della sicurezza fai-da-te è in aumento, seguendo l’ondata di destra che predica la pistola in casa come deterrente a furti e rapine. In queste ore si è iniziata la XVIII legislatura, quella che vede protagonisti – come racconta un articolo di Carmine Gazzanni sull’ultimo numero di Left – alcuni neo-parlamentari di centrodestra che hanno assunto un impegno: facilitare l’accesso alle armi. Seguendo il modello made in Usa, quello che migliaia di giovani chiedono di abiurare.

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