In 6 mesi sono 54 i morti per armi legalmente detenute, quasi uno ogni tre giorni

In 6 mesi sono 54 i morti per armi legalmente detenute, quasi uno ogni tre giorni

In sei mesi sono 54 i morti accertati per armi legalmente detenute, tra omicidi, suicidi e incidenti. Il database di Addio alle armi ha ricavato i dati aggiornati, in base alle notizie reperite su giornali e siti Internet.

La media è quasi di una vittima ogni tre giorni. E significa che con questo ritmo entro fine anno il bilancio sarà di oltre 100 persone che hanno perso la vita a causa di proiettili esplosi da un’arma regolarmente denunciata. Sembra un numero relativamente basso, ma per capirne la portata basta citare un dato, presente anche in Sotto Tiro, pubblicato la scorsa settimana: nel 2016 sono state 19, in tutto l’anno, le persone uccise per furto o rapina. Praticamente un terzo delle vittime di questo 2019 per armi legalmente detenute. La statistica conferma dunque un fatto: le pistole in casa provocano più morti di azioni criminali violente.

Storie di sangue versato

In questi casi è sempre difficile indicare le storie più dolorose. Ci sono alcune che sicuramente hanno attirato maggiore attenzione mediatica. Per esempio il grave ferimento avvenuto di Feodor Budaianu, in provincia di Torino, a Leinì (per fortuna non è nelle cifre del database, perché le sue condizioni sono in miglioramento nonostante un quadro clinico molto grave fin dall’inizio). Il giovane, di origini moldave, è stato colpito da un proiettile sparato dal proprietario di casa perché era indietro con i pagamenti dell’affitto. Un incontro per arrivare a un chiarimento è terminato con un’aggressione armata. Un’altra storia molto tragica, che ha particolarmente addolorato, è stata anche la fine di una ragazza di 16 anni, nel pavese, che si è suicidata usando l’arma regolarmente denunciata dal padre.

Un’altra tragedia in giovane età è avvenuta, nel mese di aprile, ad Alghero: due amici stavano “giocando” con una pistola legalmente detenuta da uno dei genitori, quando un proiettile è partito per sbaglio, uccidendo Alberto Melone  di appena 19 anni. Ci sono state poi le liti di vicinato trasformatesi in delitti: a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, un uomo ha ucciso un vicino entrando nel bar e aprendo il fuoco. Una vera esecuzione, come quella che è accaduto di recente a Napoli. Un 83enne è sceso nel bar vicino casa e ha sparato al titolare, accusandolo di fare troppo rumore. Insomma, tante diverse tragedie per svariati motivi. Ma legati da un drammatico filo rosso, rosso sangue, di qualche pistola di troppo.

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