Cosimo Balsamo e Nasim Najafi Aghdam, due casi divisi da un oceano, ma legati da un doppio filo, anzi da molteplici esplosioni: quelle di un’arma da fuoco, che sfociano in un suicidio. La storia di Balsamo, 62enne bresciano, ha provocato la morte di due persone per “vendetta”. L’uomo, spiegano i media nazionali, ha cercato due persone che – secondo lui – erano state la causa della sua rovina economica: dopo si è suicidato per non farsi catturare dai carabinieri che lo avevano inseguito. Un caso di cronaca su cui spetta ai magistrati fare chiarezza. Ma su un punto, alquanto evidente, non c’è bisogno di attendere responsi: senza un fucile Balsamo non avrebbe potuto cercare di farsi giustizia da solo. Se non avesse avuto la mano armata, oggi non si parlerebbe di nessuna tragedia.
La notizia proveniente dal bresciano ha fatto irruzione sui siti di informazione a poche ore dallo shock per quanto accaduto a San Bruno, in California: Nasim Najafi Aghdam, 39 anni, ha cercato di fare una strage nella sede di YouTube, solo perché ossessionata dal suo personale insuccesso sulla piattaforma di condivisione-video. Il bilancio è stato di tre feriti e una vittima: proprio lei, la 39enne che ha aperto il fuoco a caso, ha deciso di togliersi la vita. Tra i due casi non esiste alcuna connessione, si dirà. Se non una, la peggiore: le armi che seminano terrore in un modello culturale di giustizia self service. Arrivando all’atto estremo del suicidio, che è un problema tutt’altro collaterale della diffusione di pistole e fucili.