Non hanno aspettato nemmeno un secondo. Appena è stata approvata la riforma della legittima difesa, è scattata la seconda parte dell’operazione: facilitare, anzi incentivare, l’acquisto delle armi, aggirando anche la pratica della licenza. Che peraltro non è troppo complicata, ma – si chiedono i leghisti – perché affrontarla? Molto più semplice consentire il possesso di una pistola intervenendo su un aspetto tecnico, difficile da comprendere per il cittadino comune.
La Lega ha così depositato, già nell’ottobre scorso, una proposta di legge in cui si chiede l’innalzamento da 7,5 a 15 joule (l’unità di misura della potenza) del limite tra le armi comuni da sparo e quelle per cui non è necessaria alcuna licenza. A marzo il testo è arrivato in commissione Affari costituzionali alla Camera. Un modo per far sembrare l’arma ancora più “amica”, meno pericolosa perché non c’è nemmeno bisogno di chiedere l’autorizzazione alla detenzione né con il ‘nulla osta’ alla Questura né tantomeno con la licenza. Era tutto prevedibile: la campagna a favore delle pistole facili, per rendere sempre più felice la lobby delle armi, non è affatto terminata. L’obiettivo è ambizioso: portare quante più pistole possibili nelle case degli italiani. Del resto lo ammette chiaramente chi propone la norma: «Si vuole rendere più veloce l’iter dell’acquisto di un’arma». Non si cambia la modalità per ottenere il porto d’armi: la si scavalca.
Insomma, nulla di sorprendente. Così, in questo quadro, è da metter in conto la promessa di un futuro intervento sulla legittima difesa. Matteo Salvini era troppo intento a gongolare per l’approvazione della legge e, dopo aver fatto a pezzi il Movimento 5 Stelle anche questo tema, ha evitato di infierire sugli alleati: per ora fa finta che gli vada bene il testo licenziato dal Senato. Ma a destra, da Forza Italia e Fratelli d’Italia (quelli che sono stati i suoi alleati alle elezioni di un anno fa e che lo sono in tutti i territori), è già stata avviata una campagna-bis: la norma va “migliorata”, ha fatto sapere Silvio Berlusconi. Dietro la definizione di miglioramento si cela (nemmeno tanto) l’intenzione di allargare ancora di più le maglie legislative, assestando ulteriori colpi al principio giuridico della legittima difesa. Per portare l’Italia in cima ai Paesi armati in Europa. Un Paese pieno di pistole. E più pericoloso.