Alcolista, con problemi mentali e un arsenale legale in casa e uccide un uomo: com’era la storia dei rigidi controlli sulle armi?
L'arma usata per il delitto commesso da Arrighi

Alcolista, con problemi mentali e un arsenale legale in casa e uccide un uomo: com’era la storia dei rigidi controlli sulle armi?

Una storia da brividi, di quelle che dimostrano, per l’ennesima volta, di come sia troppo semplice possedere molte armi in casa, in Italia non negli Stati Uniti, che servono per omicidi. Parliamo di Ascoli Satriano, nel foggiano, non del Texas (sulle tragiche orme di quanto avvenuto a Viareggio, qualche anno fa, come ci ricorda in questo intervento Gabriella Neri e la sua associazione Ognivolta). Nel caso specifico si tratta di un vero arsenale, detenuto legittimamente, nelle mani di un uomo con problemi di alcol e psichici, secondo quanto emerso da una perizia di parte. Certo, tutto questo va confermato in sede processuale, ma i primi elementi sono stati messi nero su bianco.

Prima di addentrarci nella questione, è necessario inquadrare la dinamica: ecco i fatti del 7 agosto 2018 avvenuti ad Ascoli Satriano (Foggia) e raccontati dal Corriere del Mezzogiorno, in un articolo di Luca Pernice.

Omicidio la scorsa notte, poco prima dell’una, ad Ascoli Satriano dove un uomo ha ucciso a colpi di pistola un bracciante agricolo ucraino di 34 anni. La vittima, Vasil Yenatiuk, era nella sua abitazione in località «Fiume Giallo», ad Ascoli Satriano, in compagnia della madre di 60 anni, Raisa, rimasta ferita a una mano e alla gola da due colpi di pistola. A sparare sarebbe stato il compagno della donna, Romano Marano, italiano di 34 anni, fermato dai carabinieri del comando provinciale di Foggia.

Dopo l’ipotesi iniziale di un movente dettato da gelosia, si è scoperto che il delitto è avvenuto senza alcuna ragione specifica, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti. Un raptus di follia. Ma soprattutto è stato scoperto che l’omicidio è avvenuto con un’arma legalmente detenute. Con ulteriori risvolti scoperti proprio nelle ultime, secondo quanto descrive un articolo di FoggiaToday.it, che ha parlato con l’avvocato della vittima, Michele Sodrio.

(Marano, ndr) aveva un vero e proprio arsenale in casa: 6 fucili di vario calibro (di cui uno a pompa) e due pistole di grosso calibro. È inaccettabile che ad una persona con gravissime turbe psichiatriche sia consentito di possedere un arsenale del genere.[…] Come cittadino però mi chiedo terrorizzato: quanti porto d’armi sono stati rilasciati nel corso degli anni a persone pericolose e affette da malattie mentali? Quanti potenziali assassini sono in giro con un arsenale legalmente detenuto?”.

Dunque, una perizia di parte sostiene che un alcolista cronico, con problemi di salute mentale, possiede un arsenale legale in casa e uccide un uomo, un padre di famiglia senza alcuna colpa: com’era la storia, raccontata dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, dei rigidi controlli sulle armi?

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