Un uomo uccide la moglie a colpi di arma da fuoco. La strage della quotidianità prosegue nell’Italia che invoca mano libera sulla legittima difesa e sulla possibilità di ricorrere alla sicurezza fai-da-te. L’ultima notizia arriva da Porto Sant’Elpidio, nelle Marche. E consolida una preoccupazione: il Paese ha bisogno di una stretta sulle armi, non di un “liberi tutti”.
Scrive Il Resto del Carlino:
Colto da un raptus ha imbracciato il suo fucile – per il quale aveva tutti i permessi – ed ha sparato tre colpi contro la moglie, uccidendola. La tragedia familiare si è consumata nel primissimo pomeriggio nell’abitazione della coppia, a Porto Sant’Elpidio, in zona Corvo. Erano da poco passate le 13 quando, per cause ancora in corso d’accertamento, il 78enne Giuseppe Valentini, titolare di un’impresa di movimento terra, sì è reso protagonista dell’omicidio della coniuge, la 76enne Silvana Marchionni, originaria di Morrovalle, nel Maceratese.
Una storia di ordinaria follia. Tutto facilitato da un fucile “regolarmente detenuto”. Ancora più agghiacciante la cronaca di quanto avvenuto a Deiva Marina, in provincia di La Spezia: una coppia di anziani ha deciso di morire insiemem portando avanti il progetto in maniera lucida. Ecco cosa scrive il giornale online Imperia Post:
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, si tratterebbe di un piano calcolato. I due, infatti, avrebbero lasciato le chiavi di casa ai vicini e il cane al canile, per poi compiere il folle gesto in auto durante la notte, con estrema calma. La dinamica sembra chiara, Pollero avrebbe prima ucciso la moglie e poi si sarebbe sparato alla testa, con una pistola regolarmente registrata.
Fatti diversi, certo. Ma con un legame: l’arma che ha facilitato la morte. Sia nel caso del “raptus” che nel progetto stabilito dalla coppia in Liguria. La questione è sentita, ovviamente, dal nord al Sud. Brindisioggi mette in evidenza l’attenzione al fenomeno:
Recenti fatti di cronaca sia nazionale che locale, hanno richiamato l’attenzione sulla problematica dell’illecito utilizzo delle armi da fuoco ancorché legalmente denunciate. A Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, il mese scorso un 54enne del luogo armato di ben due fucili semiautomatici calibro 12 caricati a pallini e con 20 cartucce, avrebbe esploso al termite di una lite, nei confronti di un 37enne tre colpi.
Ecco il motivo fondante per cui già da diversi mesi, il comandante provinciale di Brindisi, avvalendosi delle stazioni dipendenti capillarmente presenti, ha avviato un controllo di tutti i soggetti in possesso di armi, per la verifica della corretta custodia in ossequio alla normativa vigente.
Insomma, le cronache dal Paese reale mostrano una deriva preoccupante. Da tenere sotto controllo, perché il rischio esplosione della piaga è dietro l’angolo.