Ancora una vittima per arma legalmente detenuta, che riecheggia come l’ennesima tragedia annunciata. Nel caso specifico è stato un uomo di 90 anni a commettere il delitto, aprendo il fuoco su un geometra chiamato a compiere una perizia nel suo appartamento. L’omicidio è avvenuto a Portacomaro d’Asti.
La dinamica è stata così spiegata da La Repubblica:
Un novantenne di Portacomaro d’Asti, Dario Cellino, ex titolare di un negozio di mobili, ha fatto fuoco contro un geometra del tribunale che questa mattina era andato per una valutazione del suo appartamento. Il tecnico, Marco Carlo Cassano, 44, anni è morto poche ore dopo all’ospedale di Asti. L’ex mobiliere temeva che il tribunale gli pignorasse la casa.
Una morte evitabile, quindi. Perché le armi sono troppe nelle case degli italiani e basterebbe toglierle. Ma il governo attua politiche che vanno proprio nella direzione opposta, ossia quella di incentivarne il possesso: dopo l’entrata in vigore del decreto raddoppia-armi, infatti, la riforma della legittima difesa corre spedita verso l’approvazione. L’ultimo ostacolo è ora la Camera, ma la debole opposizione del Partito democratico, che anzi sostiene parti di quel provvedimento, è la resa incondizionata del Movimento 5 Stelle non sono un buon preludio per un dibattito serio e approfondito.
“Il ministro della Giustizia Bonafede qualche giorno fa sosteneva che in Italia è difficile possedere un’arma: le statistiche e i fatti dicono ben altro. E questi delitti possono essere evitati”, ha osservato la segretaria di Possibile, Beatrice Brignone, parlando di questo omicidio. Per questo, ha aggiunto, “è necessario bloccare qualsiasi legge che arma gli italiani, come l’incentivo a prendere la pistola che è la riforma della legittima difesa. Al contrario, proprio come dicevano i 5 Stelle con Di Maio e Di Battista quando erano all’opposizione, serve contrastare la lobby delle armi”.