La corsa alle armi per la legittima difesa e la strumentalizzazione delle destre per i furti nelle case di vip e politici

La corsa alle armi per la legittima difesa e la strumentalizzazione delle destre per i furti nelle case di vip e politici

Le destre unite hanno preparato le armi, è il caso di dire, per la legittima difesa, facendosi beffe del calo di reati, certificato proprio dal Viminale. Un accerchiamento in piena regola sull’onda di una deprimente strumentalizzazione dei furti in casa di figure politiche di spicco (o di parenti) e di artisti di fama. La strategia ha seguito la solita logica: di fronte a un furto subito è ripartito l’elogio alle armi, al ‘diritto alla difesa’. E quindi alla licenza di sparare, e provare a uccidere, il ladro. Ammesso che non sia più lesto lui, il ladro, a uccidere la vittima di un furto, che diventerebbe così vittima di un omicidio, come in un aggiornamento dei duelli da Far west cinematografici.

Furti e propaganda

Tutto è cominciato con il furto nella casa del papà di Enrico Rossi, il presidente della Regione Toscana. «Forse adesso Rossi comprenderà la bontà della nostra proposta sulla legittima difesa», ha prontamente strumentalizzato il deputato leghista Edoardo Ziello, fornendo una solidarietà interessata al governatore toscano. Come se il 90enne signor Rossi, con una pistola in mano, potesse fronteggiare un malvivente, allontanandolo, stile John Wayne. Un concetto che è stato prontamente rilanciato, anche da Libero, in un recente articolo, in riferimento ad altri casi: i furti, subiti dai genitori di Matteo Salvini e dall’attore Alessandro Gassman, avrebbero dovuto tramutarsi nel pulsante rosso per mettere in azione il via libera alla legittima difesa, lo strumento per armarsi fino ai denti nell’illusione di sentirsi al riparo.

Armi pop, disarmo snob

Nel dibattito sulla corsa alle armi, in nome della legittima difesa, c’è un sottotesto culturale: chi si oppone alla riforma di questa norma è uno snob, un individuo lontano dalla realtà; chi invece la sostiene è un uomo che “non deve chiedere mai”, vicino ai bisogni reali delle persone, di quelli che sanno come vanno le cose. Una lettura, anche questa, tutta strumentale, che ignora i principi basilari della sicurezza: avere pistole e fucili a portata di mano favorisce l’aumento di delitti, imbarbarisce la società. Perciò con la Terra Promessa di un Paese meno pericoloso si spalancano le porte a morti ammazzati tipo “i raptus verso le donne” (come si giustificano spesso i femminicidi) o le “liti tra vicini” o ancora i ‘colpi partiti per sbaglio’. E questo non è snobismo culturale de sinistra: è la realtà constatata di chi vive tra le persone comuni e che i furti, purtroppo, li ha pure subiti. Altro che presunte torri d’avorio vagheggiate dai propagandisti delle armi.

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