Le bombe made in Italy arrivano, ancora, in Arabia Saudita. Di meno rispetto al passato, ma continuano il loro viaggio per rafforzare l’arsenale della dinastia saudita in guerra, in Yemen, contro le milizie sciite Houthi. Ma le armi proseguono il loro tragitto anche verso altri Paesi del Golfo, grazie a quelli che sono stati definiti – dal direttore dell’Autorità nazionale per le autorizzazione delle esportazioni di armamento (Uama) Francesco Azzarello – “grandi contratti”.
Proprio il numero uno dell’Uama ha rivelato – in esclusiva all’Ansa – che ammonta in totale a “10,3 miliardi di euro il valore delle vendite di armi italiane all’estero nel 2017”. Un dato pari allo 0,9% del Prodotto interno lordo. E in questo capitolo, ovviamente, rientra ancora l’Arabia Saudita, impegnata a sganciare bombe in Yemen. Azzarello ha però sottolineato che per Ryad “le licenze sono passate da 427 milioni di euro nel 2016 a 52 milioni nel 2017” e che “la Rwm Italia (la società che fabbrica le bombe d’aereo) è scesa da 489 milioni di licenze nel 2016 a 68 milioni nel 2017, con vendite in 17 Paesi, tra cui numerosi membri della Nato e dell’Ue”. Una diminuzione notevole, che pure conferma un fatto incontrovertibile: non c’è stato l’azzeramento, in barba alle richieste provenienti dall’Italia, dall’Europa e alle norme in vigore.
Il governo Gentiloni non è intervenuto in maniera perentoria, ma si è limitato a una sforbiciata: con gentilezza gentiloniana ha preferito accontentarsi di un calo di esportazioni verso l’Arabia, sperando di placare le proteste. Ma non va omesso un altro dato statistico: il flusso continua verso il Qatar, che figura – nei dati Uama – per una licenza di 3,8 miliardi di euro relativi navi e missili. E proprio il Qatar, fino al 5 giugno 2017 (giorno dell’interruzione dei rapporti diplomatici con Ryad), era parte attiva della coalizione guidata dalla dinastia saudita in Yemen.
Come se non bastasse c’è un altro aspetto: lo sgarbo istituzionale al Parlamento, come ha fatto notare in un comunicato la Rete per il Disarmo:
Il Min. Plenipotenziario Azzarello con la sua intervista ha presentato ai media dati salienti dell’export militare italiano ancor prima che la Relazione Governativa (prevista dalla legge 185/90) sia stata resa nota ai Parlamentari (al momento non sappiamo se sia stata o meno già “inviata” alle Presidenze dei due rami del Parlamento, che rimane l’organo sovrano e di controllo anche su questa importante area della nostra politica estera, ma sicuramente non è stata notificata ai membri di Camera e Senato, né risulta essere pubblicata sui rispettivi siti dei due rami del Parlamento).